NOTE BIOGRAFICHE
Nata nel 1964 in Polonia, nel 1989 ha conseguito la Laurea in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Danzica.
Nel 1991-92 ha proseguito gli studi a Roma avendo conseguito una borsa di Studio presso L’Università la Sapienza.
Dal 1991 vive a Roma dove svolge l’attività artistica.
COLLABORAZIONI RECENTI E MOSTRE
Ha partecipato ad importanti Fiere d’Arte tra le quali quelle di Genova, Padova e Lussemburgo con le Gallerie Spazio Anna Breda di Padova, Gall’Art di Roma e Galleria Ashanti di Roma.
2022 Campvs Martivs, Sala del Cenacolo, Palazzo Valdina, Camera dei Deputati in Roma
2019 Architettura del Mito, Spazio Arte Petrecca, Isernia
2018 Odysseus, Sancta Mariae de Sperlonche, Sperlonga
2018 Picta Dea, Hotel Art, Via Margutta, Roma
2018 Fiera d’Arte di Genova, Galleria Gall’Art di Roma
2017 LUX Fiera d’Arte del Lussemburgo, Galleria Gall’Art di Roma
2017 Fiera d’Arte di Genova, Galleria Gall’Art di Roma
2016 Fiera d’Arte di Genova, Galleria Gall’Art di Roma
maggio 2014 Dotyk, galleria Ashanti a Roma
marzo 2014 Con occhi di donna, studio design di Dorota Koziara a Milano
novembre 2012 A!, studio design DeMasi a Roma
novembre 2007 DiscaricArt, Centro Studi Cappella Orsini a Roma
Collaborazioni:
Libreria antiquaria Bocca a Milano
Studio design di Dorota Koziara a Milano
Studio design DeMasi a Roma
Casa d’Aste DAM a Roma
One Piece art di Olimpia Orsini a Roma
TECNICA
Opere di grande formato eseguite con colori acrilici su tela di juta trattata con intonaci fortemente materici,
spesso incisi e contaminati con la presenza di materiali diversi.
A volte le opere sono prive di telaio per esaltare la morbidezza della tela che assume l’ aspetto di un arazzo.
TEMA
La mia pittura è indagine sul tempo ed un relazionarsi con il presente nella consapevolezza dell’appartenenza alla cultura occidentale con le radici greco-romane.
L’arte antica e il mito creano per me un terreno rassicurante dove posso svolgere le mie ricerche artistiche di fronte al presente pieno di incertezze.
Attraverso l’uso dei supporti insoliti come velluto, juta, cartone riciclato e colori vivaci creo la contaminazione che si sovrappone alle immagini classiche. Grande formato e le tele morbide senza telai danno un aspetto fresco ed informale alle immagini rappresentate che spesso sono delle immagini “cliché ” delle sculture famose.
In questo modo si compie la dissacrazione dell’oggetto antico, ma senza distruggere la sua bellezza e perfezione, le sculture ritratte diventano contemporanee e rappresentano non altro che noi stessi. L’uso delle immagini famose già familiari allo spettatore crea un linguaggio comune facilitando l’inizio del dialogo.
Nel mio lavoro voglio dare voce alla stupefacente attualità della storia e dell’arte antica. Credo che la nostra contemporaneità sarebbe molto più povera se non continuassimo a confrontarci con l’epoca classica.
NOTE CRITICHE
Margherita Lipinska,
un’ Artista che pur avendo radici natie nel nord dell’Europa e lo sguardo avvezzo ai paesaggi splendidamente solitari del Baltico, ci offre una produzione pittorica della migliore tradizione classicista, essendo gran parte dei suoi lavori fotografie degli antichi fasti della civilta’ che dal bacino del Mediterraneo ha illuminato il mondo intero.Una rivisitazione del neoclassicismo arricchita da un raffinato uso di materiali di base, iuta , velluto e cartone sui quali la colorazione e le forme assumono una tridimensionalità stupefacente, lasciando emergere in una gamma cromatica studiata nei dettagli che rende i suoi lavori unici e di immediata riconoscibilita’.
Lipinska è una poetessa della figurazione, una pittrice senza tempo, una artista alchemica che affonda il pennello nella migliore tradizione della Storia dell’arte attraversando tre millenni con un manierismo non banale, arricchito dal suo tocco estroso di colorazioni improvvise e provocatorie, quasi un voler sfidare i canoni la bellezza assoluta ed universalmente riconosciuta delle sue rappresentazioni.La potrei definire la più sublime delle “graffitare” contemporanee nelle quali mi sia imbattuto, conoscendone la natura profonda e la cultura umanistica, storica ed illuministica dalla quale un vero artista non può non essere contaminato.
Gennaro Petrecca
Il Mito Contemporaneo
Nel contesto così complesso del Novecento Europeo, la letteratura e le arti si sono profondamente rinnovate in ogni loro aspetto e l’umanità ha maturato una diversa visione del mondo. Il Novecento è d’altronde il secolo più vicino alla nostra modernità, e mi è parso interessante notare come in quest’ epoca di sofferto rinnovamento, questo spirito di innovazione creativa non si sia basato esclusivamente sulla pura inventiva, ma anche sulla reinterpretazione di un modello che ha accompagnato la creazione artistica dei tempi più remoti: la riflessione mitologica.
L’imitazione della classicità che in maniera più o meno evidente aveva sino ad ora accompagnato la stesura di opere rifacentesi al passato mitologico della cultura europea, ha ceduto il posto a una rilettura più esistenziale che deriva soprattutto da un nuovo approccio di natura antropologica al Mito. L’Antico come classico, come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, un antico reinterpretato nelle linee dell’oggi in una prospettiva decisamente tardo moderna.
Su questo si basa il percorso di Margherita Lipinska con riflessioni mitiche che partono dall’eleganza dell’arte greca tra il V e il IV sec., periodo in cui la produzione artistica raggiunse un particolare livello di eccellenza, riprendendo i grandi Maestri del passato (Policleto, Fidia e Prassitele). L’arte antica è quella definita da Winkelmann come l’ideale e la più lontana da ogni verismo, basata sul senso dell’ordine, su una nobile semplicità e quiete grandezza. La produzione artistica di Lipinska è una ricerca ed un relazionarsi con il presente nella consapevolezza dell’ appartenenza alla cultura occidentale. Nelle sue opere riecheggiano le grandi monete antiche, rappresentazioni del cavallo di Troia, statue elleniche femminili e maschili con un lirismo soave e figure mitologiche dal plasticismo michelangiolesco.
L’artista stessa afferma: “l’arte Antica e il mito creano per me un terreno rassicurante dove posso svolgere le ricerche artistiche di fronte al presente pieno di incertezze”.
Secondo Lipinska attraverso l’uso dei supporti molto insoliti quali, il velluto, la juta ed il cartone riciclato si creano delle contaminazioni che si sovrappongono alle immagini classiche. Le sue sono opere di grande formato, tele morbide senza telai che evocano un aspetto maestoso tramite figure che spesso si presentano come immagini “clichè” delle sculture famose.
Con questi tipi di materiali si crea ancor di più un filo conduttore tra arte antica e contemporanea. In questo modo è come se l’oggetto antico venisse assorbito nell’ immediatezza dell’arte contemporanea fatta di schizzi, pennellate fluide ed astratte che catturano la psiche dell’osservatore.
Si crea un dialogo tra chi guarda e l’opera d’arte, tra il mondo antico, il mito, la classicità e l’arte Moderna. Una Modernità che Lipinska definisce “Povera” senza la conoscenza dell’ epoca antica.
Carmen D’Antonino, Storica dell’arte